Inclusione e accessibilità: i nuovi fondamentali per la comunicazione d’impresa
Se è vero che di corporate social responsibility si parla ormai sempre più spesso, va diffondendosi anche la consapevolezza che i discorsi sull’impatto (e quindi le responsabilità) di un’organizzazione nella società e nel contesto in cui opera non possano limitarsi a un calcolo dell’impronta carbonica o di altri parametri ambientali, ma debbano prendere in considerazione tutto ciò che quell’organizzazione fa (o non fa) in modo diretto per le persone.
Al di là della genuinità delle azioni di alcune aziende virtuose, avere un ruolo attivo nel contrastare quelle dinamiche sociali che ancora penalizzano alcuni gruppi di persone (le cosiddette “minoranze”) è sempre più un’opportunità di posizionamento. Da ormai diversi anni ricerche come quella del Diversity Brand Index mostrano come un impegno esplicito in favore di una causa sociale si traduca in un vantaggio competitivo, e in ultima istanza in valore economico.
In un’area di mercato che inizia ad affollarsi di aziende che riconoscono questa opportunità, a fare la differenza è quanto bene si comunica il proprio messaggio. Per evitare quello che nel ben più affollato settore dell’ambientalismo viene chiamato greenwashing.
Indig è un’agenzia di comunicazione specializzata in Diversity & Inclusion. Si occupa di fornire consulenza a organizzazioni e professionisti per realizzare strategie e attività comunicative che veicolino il loro intento inclusivo in modo efficace, trasportando e trasmettendo queste competenze anche in percorsi formativi rivolti alle risorse interne di aziende ed enti di varia natura.
Il team di Indig
Una realtà nata in Veneto ma attiva su tutto il territorio nazionale, che mette insieme tre professionisti della comunicazione accomunati da una specializzazione sui temi del femminismo intersezionale e dall’attivismo per i diritti civili: Nicolò Manfredini, digital marketer e content creator, Carola Bravin, social media strategist ed esperta di tematiche di genere, e Roberto Rafaschieri, giornalista e consulente per la comunicazione corporate.
«Volevamo portare il nostro desiderio di cambiamento sociale nel nostro lavoro», spiegano i tre founder. «Quello che facciamo è infatti portare le conversazioni che avvengono nel mondo dell’attivismo nell’attività di chi produce comunicazione ogni giorno, consci di quanto il modo in cui comunichiamo influenzi la nostra cultura, oltre ad esserne influenzato».
«Aiutiamo chiunque voglia promuovere un messaggio inclusivo a farlo nel modo giusto», proseguono. «Includere per noi significa fare tre cose: utilizzare termini e narrazioni rispettose di ogni persona e in particolare dei gruppi di persone socialmente discriminati, abbandonando stereotipi ed espressioni denigratorie che permeano la nostra lingua senza che nemmeno ce ne rendiamo conto; dare rappresentanza a tutte le persone che vogliamo raggiungere, facendo capire soprattutto a quelle più “invisibili” (pensiamo a quante persone disabili vediamo raffigurate nelle pubblicità, senza che siano rivolte solo ad altre persone disabili) che stiamo parlando anche a loro; e infine, fare tutto questo creando contenuti accessibili, ovvero fruibili a prescindere dalle proprie capacità fisiche e/o cognitive, perché non può esserci messaggio inclusivo se non ci assicuriamo che possa essere recepito e compreso da quante più persone possibile».
Dare valore a ciò che già si fa
Ma il lavoro di Indig si concretizza anche nel dare valore a ciò che si fa già. «Ci sono diverse realtà in Italia che creano inclusione e opportunità al loro interno, sottovalutando il grande valore sociale che ha ciò che fanno. Nonostante per la sensibilità di alcuni e alcune manager certe buone pratiche siano semplice buon senso e correttezza, queste storie possono essere valorizzate attraverso la comunicazione proprio perché allargando lo sguardo al contesto sociale, il quadro è tutt’altro che idilliaco. I dati relativi al nostro Paese ci indicano che la strada da fare per arrivare a un’effettiva parità di opportunità sul lavoro rispetto al genere o all’appartenenza a una minoranza (etnica, relativa all’identità di genere o all’orientamento sessuale, o alla disabilità) è ancora lunga, e i buoni esempi, oltre a giovare alla reputazione di chi ne è protagonista, possono aiutare a percorrerla».
Tra le attività di Indig ci sono anche servizi di comunicazione specifici, sempre legati alla valorizzazione di messaggi inclusivi, come la definizione di strategie di posizionamento social e la creazione di piani editoriali, e la valutazione dell’accessibilità di contenuti web e social.