Workmonitor 2024 di Randstad: un nuovo ABC del talento

Sta emergendo un nuovo ABC del talento che i datori di lavoro dovrebbero adottare se vogliono attrarre e trattenere i talenti. È questo il risultato principale del rapporto “Workmonitor 2024” di Randstad che, giunto al suo 21° anno, indaga le opinioni dei lavoratori in 34 mercati. Lo studio misura il divario tra la realtà e i desideri della forza lavoro globale e ne segue l’evoluzione nel tempo. È realizzato online tra persone di età compresa tra i 18 e i 67 anni, occupati per almeno 24 ore alla settimana, imprenditori individuali o disoccupati che stanno pensando di cercare un lavoro in futuro. La dimensione minima del campione è di 500 interviste per mercato.

Ambizione e motivazione

Per il 60% degli intervistati la vita privata è più importante di quella lavorativa. L’equilibrio tra lavoro e vita privata è ora al primo posto nella lista delle priorità dei lavoratori (93%). Quando si pensa ad una carriera prossima, l’equilibrio tra lavoro e vita privata è ancora più importante (57%) di una retribuzione più elevata (55%). Il 39% non desidera una progressione di carriera perché è soddisfatto del proprio ruolo e l’ambizione a lungo termine della maggior parte degli intervistati è un ruolo stabile in azienda.

Agli intervistati è stato poi chiesto: tra cinque anni, quale sarebbe il tuo ruolo ideale? Le risposte nel grafico: dopo il tempo pieno in un’azienda (59%), figurano il part-time in azienda (16%), l’imprenditore (11%) e il freelancer (10%).

Workmonitor 2024 rileva un’alta richiesta di formazione, con il 72% che la considera importante, leggermente superiore al 70% che dà priorità alla progressione di carriera. I lavoratori sono particolarmente interessati a costruire le proprie competenze per il futuro con corsi di formazione sull’intelligenza artificiale e sulle tecnologie informatiche (entrambi al 29%).

Alla domanda “Secondo te, la tua generazione è più ambiziosa delle altre?”, gli intervistati più giovani ritengono di avere aspirazioni di carriera più forti rispetto alle generazioni precedenti.

Flessibilità

Dopo la pandemia, le modalità di lavoro flessibile sembrano ormai essere permanenti. Tuttavia, mentre i talenti continuano a chiedere flessibilità, i loro datori di lavoro li vogliono di nuovo in ufficio. C’è un contrasto con le preferenze dei lavoratori, molti dei quali hanno modificato in modo significativo il proprio stile di vita grazie a modalità di lavoro remote e ibride. Più di un terzo (37%) ha cambiato casa o comprato un animale domestico partendo dal presupposto che il lavoro da casa è destinato a rimanere.

Inoltre, la flessibilità del posto di lavoro e degli orari è più apprezzata dalla Generazione Z, con il 46% che dà priorità alla flessibilità del posto di lavoro e il 51% che preferisce orari flessibili quando cerca il suo prossimo lavoro. Una percentuale significativa (il 48%), ha inoltre definito non negoziabile la possibilità di lavorare da casa.

Equità e comprensione

Il tema dell’appartenenza continua a dominare le richieste dei lavoratori, molti dei quali preferiscono datori di lavoro le cui opinioni, valori e visioni del mondo riflettano le loro e che migliorino attivamente l’equità sul posto di lavoro. L’equità rappresenta l’agire per garantire a tutti gli individui lo stesso accesso alle opportunità. I lavoratori, infatti, desiderano portare al lavoro ogni aspetto di loro stessi: vogliono che la propria identità, le loro origini o valori siano rispettati. L’acronimo EDI&B (Equality, Diversity, Inclusion, and Belonging) si riferisce proprio alle iniziative aziendali create per costruire un ambiente di lavoro inclusivo, equo, solidale e accogliente.

Ecco le iniziative e le politiche EDI&B più importanti offerte da un datore di lavoro attuale o potenziale (classificate come le prime tre priorità dai talenti):

Intelligenza artificiale e competenze

Il 72% degli intervistati ha dichiarato di dare importanza alla formazione e allo sviluppo, sia nel loro ruolo attuale sia nel considerare opportunità future. A livello globale, l’America Latina (87%) ha espresso questa esigenza in misura maggiore rispetto ad altre parti del mondo. Tra le diverse generazioni, la Gen Z e i Millennial sono stati i più espliciti sul valore della formazione (rispettivamente 80% e 79%). L’intelligenza artificiale, l’informatica e l’alfabetizzazione tecnologica costituiscono insieme quasi il 60% delle principali competenze che i lavoratori desiderano sviluppare (29% ciascuno). Seguono benessere e mindfulness, riflettendo l’importanza dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, considerando che più della metà dei lavoratori non accetterebbe un lavoro che influisca negativamente su questo aspetto.

Foto: Shutterstock

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