Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne: un approccio per contrastare il fenomeno in azienda

Il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si riflette su una problematica sociale globale che richiede soluzioni condivise e interventi strutturali. In Italia, la violenza di genere rappresenta una sfida complessa, alimentata da pregiudizi culturali e da un tessuto sociale ancora poco inclusivo. Le aziende, in questo contesto, possono e devono assumere un ruolo determinante. Non solo sensibilizzando i propri dipendenti, ma anche promuovendo ambienti lavorativi sicuri, inclusivi e attenti alle problematiche di genere. Un recente report congiunto di Valore D e della Fondazione Una Nessuna Centomila fornisce un approccio strutturato per affrontare efficacemente il tema della violenza nel contesto lavorativo.

Misurare il fenomeno: i dati nazionali

Nonostante i progressi culturali, la violenza sulle donne rimane un fenomeno in gran parte sommerso. La bassa percentuale di denunce, aggravata da stereotipi e pregiudizi, perpetua questa situazione. In Italia, il problema si intreccia con una profonda disparità di genere nel lavoro e nella vita economica. Il paese occupa l’87esimo posto nel Global Gender Gap Report 2024, con un tasso di occupazione femminile fermo al 52,5%, tra i più bassi in Europa. Inoltre, solo due donne su tre dispongono di un reddito personale, mentre oltre un terzo non possiede un conto corrente individuale. Questi elementi di dipendenza economica spesso contribuiscono a situazioni di violenza domestica.

Anche il carico sproporzionato del lavoro domestico pesa significativamente sulle donne, che arrivando oltre il 70%, amplifica le disuguaglianze e limita le opportunità di autonomia. Inoltre, a subire le conseguenze del fenomeno sono anche i minori: il 72% dei figli di donne vittime di abusi ha assistito a episodi di violenza, e si contano più di 2.000 casi di orfani di femminicidio in Italia. Questo fenomeno non colpisce solo le vittime dirette, ma genera conseguenze sistemiche e transgenerazionali.

Il metodo ISSA

Un modello operativo strutturato e completo per affrontare la violenza di genere è rappresentato dal metodo ISSA, che si articola in quattro aree chiave: informare, sensibilizzare, supportare e agire. Questo approccio consente alle aziende di implementare interventi efficaci, sistematici e capaci di generare un impatto significativo.

Informare e sensibilizzare

Il primo passo consiste nel diffondere una conoscenza approfondita del fenomeno della violenza di genere e nel promuovere una cultura inclusiva all’interno delle organizzazioni. Le aziende possono organizzare workshop, seminari e campagne di comunicazione interna per educare i dipendenti sui diritti delle donne e sulle dinamiche della violenza. Queste attività sono fondamentali per superare stereotipi radicati e favorire un cambiamento culturale che coinvolga tutti i livelli aziendali. La condivisione di informazioni accurate non solo sensibilizza, ma stimola anche l’impegno attivo di ciascun individuo nel contrastare le disuguaglianze.

Stabilire politiche aziendali

L’adozione di policy chiare e condivise è un passo essenziale per prevenire situazioni di violenza e discriminazione. Le aziende devono sviluppare protocolli che regolamentino la gestione delle segnalazioni, garantendo riservatezza e sicurezza per le vittime. Inoltre, queste politiche dovrebbero includere misure specifiche per sostenere le donne colpite da abusi, come congedi retribuiti, assistenza economica e consulenze legali. Integrare tali linee guida nei processi organizzativi e aggiornarle periodicamente assicura un approccio coerente e proattivo, in linea con gli obiettivi di sostenibilità sociale dell’agenda ESG 2030.

Offrire formazione specifica

La formazione rappresenta uno strumento cruciale per prevenire e affrontare la violenza di genere. Attraverso percorsi formativi mirati, le aziende possono sensibilizzare i dipendenti, aumentare la consapevolezza del fenomeno e fornire competenze pratiche per gestire situazioni critiche. Manager, risorse umane e personale operativo devono essere preparati a riconoscere i segnali di violenza, comprendere i rischi e intervenire in modo appropriato. Questo processo non solo promuove un cambiamento culturale, ma crea anche le basi per interventi efficaci e per un reale supporto alle vittime.

Garantire supporto concreto

Il sostegno alle vittime richiede misure pratiche e immediate. Le aziende possono offrire flessibilità lavorativa, come una “banca ore” retribuita, riassegnazioni temporanee di mansioni o modifiche agli orari di lavoro, per alleviare il carico sulle dipendenti che affrontano situazioni di abuso. Inoltre, è importante predisporre piani di sicurezza personalizzati e fornire risorse economiche, come anticipi salariali, per aiutare le vittime a riguadagnare la propria autonomia. Il supporto deve estendersi anche all’assistenza psicologica e legale, facilitando il reinserimento sociale e lavorativo.

L’implementazione di queste azioni consente di creare un ambiente lavorativo solidale, in cui le vittime possano sentirsi accolte e supportate. Le aziende, assumendosi questa responsabilità, rafforzano il loro ruolo come agenti di cambiamento sociale, contribuendo a costruire una società più giusta e inclusiva.

I 6 key insights per le aziende

Affrontare il tema degli abusi domestici richiede un approccio strategico e integrato, capace di combinare impegno concreto e sensibilizzazione. Un primo passo cruciale per le aziende è l’introduzione di una policy chiara e inclusiva. Una politica ben strutturata rappresenta non solo una dichiarazione di impegno, ma anche uno strumento operativo per sostenere chiunque sia colpito da abusi. Questo tipo di intervento comunica che l’organizzazione considera il tema una priorità e offre un supporto concreto a dipendenti e collaboratori.

Tuttavia, perché una policy possa essere efficace, è essenziale il coinvolgimento attivo della leadership. Il team dirigente, a tutti i livelli, deve sposare la causa, diventandone promotore e punto di riferimento. Solo con il pieno supporto della leadership è possibile superare eventuali resistenze culturali o organizzative, spesso derivanti da percezioni errate, come l’idea che queste iniziative siano “imposte” dall’alto. Coinvolgere i leader locali, sensibilizzandoli e formandoli, permette di rendere il cambiamento autentico e credibile. Parallelamente, è fondamentale costruire un business case solido, basato su dati concreti. Le aziende possono raccogliere informazioni aggiornate sull’impatto degli abusi domestici, considerando parametri come assenze dal lavoro, calo della produttività e influenze sul morale. Studi e sondaggi anonimi possono aiutare a definire il quadro generale, pur rispettando la riservatezza.

Un ulteriore aspetto chiave riguarda il supporto pratico alle vittime. Le aziende possono predisporre servizi specifici, come assistenza economica, supporto psicologico o consulenze legali, per garantire non solo la sicurezza delle persone coinvolte ma anche quella dei loro familiari. Queste misure contribuiscono a creare un ambiente di lavoro che non solo comprende, ma agisce per proteggere e sostenere chi è in difficoltà. La formazione e la sensibilizzazione sono strumenti fondamentali per un cambiamento culturale duraturo. Per essere davvero incisive, le campagne formative devono essere adattate al pubblico di riferimento, utilizzando linguaggi e stili di comunicazione appropriati. In contesti lavorativi a predominanza maschile, ad esempio, è utile affrontare anche il tema degli abusi subiti dagli uomini e il ruolo che ciascuno può assumere come alleato attivo nella lotta contro la violenza. Chiunque rivesta ruoli di responsabilità, come gli ambasciatori aziendali o i punti di contatto per le segnalazioni, deve ricevere una formazione continua e aggiornata.

Infine, la creazione di sinergie con altre organizzazioni rappresenta un valore aggiunto. Collaborare con aziende o enti che già sviluppano programmi contro gli abusi può agevolare l’introduzione di politiche interne, ottimizzando al contempo risorse e know-how. Condividere esperienze e migliori pratiche arricchisce l’intervento aziendale, rendendolo più efficace e capillare. Attraverso queste azioni, le aziende non solo rispondono a un’esigenza etica e sociale, ma contribuiscono attivamente alla costruzione di un ambiente lavorativo sicuro e inclusivo, dove ogni individuo può sentirsi protetto e valorizzato.

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