
Il progetto Crossboarding di Randstad porta in Italia 400 lavoratori formati all’estero
Mancano infermieri, elettricisti, saldatori e addetti alla ristorazione. La carenza di personale qualificato è ormai una costante per molte imprese italiane, soprattutto in settori chiave come sanità, edilizia, metalmeccanica e nel settore alberghiero. Una difficoltà confermata anche dai dati: secondo l’ultima indagine di ManpowerGroup, il 78% delle aziende italiane segnala difficoltà a reperire talenti con le competenze richieste, una delle percentuali più alte al mondo.
In questo contesto si inserisce Crossboarding, un progetto lanciato da Randstad per favorire l’inserimento nel mercato del lavoro italiano di circa 400 professionisti formati all’estero. Il programma, attivo dal 2024, sta ora entrando nella fase operativa: nei prossimi giorni arriveranno i primi 25 addetti alla ristorazione dall’Egitto, destinati a lavorare nei punti ristoro dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, gestiti dal gruppo Lagardère Travel Retail.
Questi lavoratori sono stati selezionati e formati in Egitto, con corsi di lingua italiana, educazione civica e cultura del lavoro, e saranno assunti con regolare contratto. Prima di loro sono già arrivati in Italia 164 infermieri da sette Paesi e 11 operatori socio-sanitari dal Perù. Nei prossimi mesi sono previsti ulteriori arrivi: oltre 40 elettricisti da Egitto e Kenya, saldatori dal Ghana, autisti dall’Albania e altri 60 operatori socio-sanitari peruviani.
Formazione e integrazione per lavoratori difficili da reperire
L’obiettivo di Crossboarding è duplice: da un lato rispondere alle esigenze delle aziende italiane, che faticano sempre più a reperire personale qualificato, dall’altro offrire opportunità professionali a lavoratori stranieri motivati al trasferimento. Il progetto prevede un percorso articolato: selezione nei Paesi d’origine, formazione tecnica e linguistica, gestione delle pratiche burocratiche per il trasferimento e accompagnamento all’inserimento lavorativo.
«Oggi è difficile reperire personale per circa il 40% delle assunzioni programmate. In settori come sanità, meccanica e tecnologia si arriva anche al 50%», spiega Arnaldo Carignano, Talent Director di Randstad Italia. «Per questo motivo abbiamo attivato percorsi di cooperazione con enti formativi in diversi Paesi, con l’obiettivo di rispondere in modo strutturato alla domanda interna».
Il nodo demografico e il ruolo della migrazione professionale
Le previsioni demografiche segnalano una possibile riduzione della popolazione italiana di 1,5 milioni di persone entro il 2030, un dato che preoccupa soprattutto per le ricadute sul mondo del lavoro. Di fronte a questa prospettiva, alcune aziende stanno iniziando a guardare fuori dai confini nazionali per colmare i vuoti professionali che il mercato interno non riesce più a coprire.
L’iniziativa di Randstad si inserisce in questo scenario come un tentativo di sperimentare una migrazione professionale gestita, che metta al centro la formazione e l’integrazione dei lavoratori, e non solo il loro reclutamento. Al momento, sono nove i progetti di formazione avviati all’estero, in Paesi come Kenya, Marocco, Egitto, Colombia, Perù, India e Albania.
Resta da capire se questo tipo di operazioni potrà scalare in modo significativo, anche in termini di impatto sul sistema Paese. Intanto, per le imprese coinvolte e per i lavoratori che hanno aderito al programma, Crossboarding rappresenta una prima risposta pragmatica a una delle sfide più urgenti del mercato del lavoro italiano.