Agilità emotiva: navigare il cambiamento con il potere delle emozioni

Viviamo in un mondo in continua evoluzione: ci adattiamo ad una situazione e spesso è già cambiato tutto. Il nostro percorso di realizzazione, sia personale che lavorativo, è un labirinto di ostacoli, deviazioni e imprevisti. In questo contesto volatile e complesso, la reattività e l’equilibrio sono essenziali per traguardare gli obiettivi desiderati. Come marinai in mezzo all’oceano, dobbiamo adattarci alle condizioni mutevoli, sfruttare i venti favorevoli e navigare con maestria tra le calme ed impetuose onde delle nostre emozioni per giungere al porto tanto atteso.

Agilità emotiva significa essere flessibili e reagire velocemente alle sfide del quotidiano, utilizzando le nostre emozioni come risorsa attiva per promuovere il cambiamento. Non si tratta di un compito facile: a volte possiamo sentirci sopraffatti dalle situazioni, perdendo il controllo e sprofondando nel panico, in altri casi smarriamo il focus o ci lasciamo trainare dalle emozioni, ad esempio svolgendo subito gli incarichi gratificanti e procrastinando quelli che ci generano ansia.

Come sottolinea Susan David, psicologa presso la Harvard Medical School e autrice del bestseller “Emotional Agility”, viviamo in una società che venera l’inarrestabile positività piuttosto che valorizzare la sincerità emotiva. Siamo abituati a classificare le emozioni come buone o cattive, ignorando o nascondendo attentamente queste ultime. La mancata accoglienza e la soppressione delle emozioni che proviamo possono essere dannose: di fronte alla complessità e al mutamento costante, la rigida negazione si rivela una scelta distruttiva perché, oltre ad amplificare la portata delle emozioni che si cerca di rimuovere, ci impedisce di imparare a gestire il mondo com’è e non come vorremmo che fosse.

Sebbene non abbiamo ancora imparato a farci i conti, le emozioni sono con noi dall’inizio dei tempi: radicate nella parte più antica del nostro cervello, hanno accompagnato il nostro percorso evolutivo, aiutandoci a sopravvivere nel mondo primitivo. Ad esempio, la paura e il disgusto ci hanno guidato nel sottrarci ai pericoli e nell’evitare alimenti nocivi o mortali. Le emozioni rappresentano reazioni affettive intense e di breve durata a uno stimolo ambientale o mentale. Sono forze dinamiche che recano con sé una capacità adattiva, consentendoci di trovare soluzioni immediate e promuovere azioni.

Data la loro funzione, tendono a manifestarsi più spesso in forma negativa che positiva: questa prevalenza è evidente, considerando le emozioni primarie, che includono gioia, paura, rabbia, tristezza e disgusto. In contrasto con la cultura dell’ottimismo e della ricerca della felicità ad ogni costo, sono proprio le emozioni più difficili e pesanti il prezzo da riconoscere per un’esistenza densa di significato. Come sostiene la professoressa David, queste emozioni fanno parte del nostro contratto con la vita, la cui bellezza è intrinsecamente legata alla vulnerabilità. Accettare ciò che proviamo è il primo passo verso l’agilità emotiva.

Oltre all’accettazione, l’accuratezza gioca un ruolo cruciale: tendiamo ad attribuire etichette veloci e imprecise, ma la gamma delle emozioni è molto più ampia di quanto crediamo. Dare a ciascuna un nome preciso ci aiuta a comprendere meglio le cause specifiche che suscita quella determinata emozione. Le emozioni sono dati: veicolano segnali e messaggi che spetta a noi ascoltare, interpretare e decidere se trasformare o meno in opportunità per modellare la nostra vita nella direzione giusta per noi.

Imparare ad accogliere le nostre emozioni con curiosità, compassione e coraggio è l’unica via sostenibile oggi per trasformare la nostra esperienza, compiendo passi concreti in sintonia con i nostri valori. Il modo in cui gestiamo il nostro mondo interiore ha un impatto su ogni aspetto della vita: relazioni, salute, felicità e persino carriera. Nel TED Talk “Il dono e la forza del coraggio emozionale”, Susan David afferma che, in ambito professionale, le organizzazioni che comprendono l’importanza della diversità e dell’inclusione anche sul piano emotivo assistono a una notevole crescita nei livelli di coinvolgimento, creatività ed innovazione all’interno dei loro team. Connetterci con le nostre emozioni dovrebbe essere, come auspica la dottoressa David, una corrispondenza con il nostro cuore che dura per tutta la vita, permettendoci di vedere noi stessi e di riconoscere nel profondo anche gli altri.

La studiosa inizia e conclude il suo toccante intervento con la parola zulu “Sawubona” che, in Sud Africa, la sua terra di origine, si usa per salutare ma significa molto più di un semplice “ciao”. Quando qualcuno ti incontra e pronuncia “Sawubona”, ti sta dicendo: ”Ti vedo e, potendoti vedere, ti porto nell’essere”.

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