Il 13% degli occupati in Alto Adige è di origine straniera
Il 13 per cento delle persone occupate in Alto Adige è di origine straniera e questa percentuale è destinata a crescere negli anni a venire. Come affrontano questo tema le imprese locali e quali strumenti possono favorire la partecipazione e la crescita professionale di lavoratori e lavoratrici in ambienti di lavoro dove la diversità è ormai la norma? Il tema è stato al centro del workshop organizzato presso l’Eurac di Bolzano. Nel corso dell’evento sono stati presentati i risultati di uno studio esplorativo condotto dal centro di ricerca sul tema del diversity management e si è aperto il confronto con gli attori economici del territorio per raccogliere le loro esperienze e le loro preoccupazioni su questo tema.
Lo studio, commissionato dal Servizio provinciale di coordinamento per l’integrazione, aveva l’obiettivo di esplorare gli strumenti che possono favorire l’inserimento e la carriera delle persone con esperienze migratorie. Per questo è stato chiesto a imprese locali, associazioni di categoria e istituzioni pubbliche come percepiscono la diversità al proprio interno e quali strategie mettono in atto per gestirla. Il quadro che emerge è diversificato: “Le imprese hanno a che fare ogni giorno con le diversità del proprio personale e sono quindi ben consapevoli delle molte dimensioni di questo concetto: genere, lingua, origine, ma anche età, disabilità, educazione, religione e orientamento sessuale”, ha spiegato Johanna Mitterhofer, che assieme a Marzia Bona e Verena Wisthaler ha curato lo studio per Eurac research. “Esiste però una gerarchia nel modo in cui queste diverse dimensioni sono percepite e gestite. Laddove esistono normative, le aziende si muovono agilmente. Per la diversità legata al background migratorio, invece, le difficoltà sono maggiori”. Lo studio mette in luce come queste difficoltà siano per lo più legate alla burocrazia e riguardano ad esempio i permessi di soggiorno ed il riconoscimento dei titoli di studio. Ma pesano anche i pregiudizi, che limitano le possibilità di impiego per chi ha un background migratorio visibile.
Foto di copertina Mimi Thian