Il nuovo trend delle ferie illimitate. Oltre i facili entusiasmi
L’ultima in ordine di tempo è stata Microsoft: da gennaio 2023 per i dipendenti americani del colosso fondato da Bill Gates arrivano le ferie illimitate. Ovvero: nessun limite ai giorni in cui è possibile assentarsi dal lavoro, a parità di retribuzione. Un modello su cui hanno scommesso in passato anche altre realtà, come Netflix, LinkedIN, Salesforce e Virgin, e che in America ha trovato terreno fertile visto che parliamo di un mercato con un limitatissimo accesso alle ferie. Ma anche in Italia c’è chi prova a innovare. Andiamo con ordine.
Perché rendere le ferie illimitate?
A questa domanda dovremmo rispondere con un’altra domanda: quanto vale il tuo tempo? È da qui che parte l’erosione dei modelli di lavoro più tradizionali. Un radicale cambio di visione in cui non sono più i soldi a fare la differenza, quanto piuttosto la libertà di poter lavorare e vivere in maniera più libera e autodeterminata.
I benefit legati a uno stile di vita equilibrato – di cui le ferie illimitate sono una delle varie componenti -, infatti, sono numerosi e coinvolgono la vita privata tanto quanto l’ambiente di lavoro. Dipendenti più contenti sono dipendenti migliori. Inoltre, come ricorda la corporation americana, il modo in cui lavoriamo è cambiato moltissimo negli ultimi due anni, perciò modernizzare la politica delle ferie è un’evoluzione naturale.
«Attenzione però – avverte Alessandro Raguseo, fondatore di Reverse, azienda internazionale di headhunting e consulenza HR – ferie e permessi illimitati funzionano solo se i dipendenti sono fortemente coinvolti nei progetti aziendali. Prima di portare innovazioni di questo tipo alla nostra organizzazione, dovremmo essere sicuri di aver superato il concetto di lavoro inteso come nel secolo scorso: vincolato, quindi, a un luogo e a un orario ben definito».
Tradotto in termini aziendali, il meccanismo funziona se le imprese sono basate su OKR (Objectives and Key Results). In questo modo, tutti coloro che lavorano in un’azienda, sono perfettamente consapevoli di quali siano priorità, scadenze e responsabilità. Di conseguenza, prenderanno le loro decisioni – ivi incluse quelle delle ferie – nel rispetto delle dinamiche di team. Se questo non dovesse accadere, verrebbe meno l’intero presupposto valoriale su cui si basa il rapporto tra quell’impresa e i suoi lavoratori.
Le ferie illimitate hanno solo lati positivi?
Non proprio. Se a questo meccanismo non è collegata una gestione equilibrata delle attività, il rischio è che le persone si trovino impossibilitate a staccare. Problemi legati al sottorganico, alle troppe scadenze ravvicinate da rispettare e alla cattiva gestione dei passaggi intermedi, potrebbe spingere le persone a restare al lavoro, lavorando anche più del solito. Ancora una volta, quindi, è fondamentare valutare qual è il contesto in cui si vanno a inserire pratiche di questo tipo.
Realtà come Netflix o LinkedIN hanno lavorato per creare tutta la loro organizzazione in maniera flessibile. Il motto del social network dedicato al lavoro, ad esempio, è “Act like an owner”, “Comportati come se fossi il capo”. Dunque, flessibilità sì, ma anche responsabilità, in linea con le esigenze dell’organizzazione.
Le prime esperienze in Italia
Venendo all’Italia, tra gli sperimentatori troviamo, One Day Group, il business & community builder a cui appartengono ScuolaZoo, We Road e House of Talent, che lo scorso febbraio ha deciso di integrare la politica delle ferie illimitate. «Il futuro – commenta Betty Pagnin, People & Culture Director e Equity Partner OneDay Group, – ci riserva un mondo del lavoro completamente smart, libero da orari rigidi e goal-focused, ma soprattutto con una concezione del tempo in ufficio completamente nuova. Per questo, al modello della settimana corta abbiamo preferito quello delle ferie illimitate: da noi non è un excel a determinare quando ci si può assentare, ma sono le persone a seconda delle loro esigenze».
La policy delle ferie illimitate è stata introdotta anche da Seedble, società di consulenza manageriale, innovator e start up supporter, e da Bitpanda, piattaforma d’investimento digitale, che garantisce ai suoi dipendenti ferie illimitate retribuite, 20 settimane di congedo parentale retribuito e la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo fino a 60 giorni all’anno. Benefici che spettano a tutte le persone dell’azienda, a prescindere dalla seniority. E a questo si aggiungono due Recharge Break, ovvero due pause collettive dal lavoro, in cui tutti si disconnettono, mantenendo intatta la retribuzione.
È un modello che vale solo per le grandi aziende? No, secondo Alessandro Raguseo: «Può adattarsi anche alle PMI, anzi, forse è anche più facile perché l’organizzazione è più snella. La difficoltà – conclude l’esperto HR – è trovare imprenditori che vogliano mettere in discussione la modalità tradizionale di lavoro in nome di un approccio innovativo».
Attenzione, infine, a non confondere le ferie illimitate come una delle possibili strategie per attirare nuovi dipendenti. Se vogliamo essere sicuri di avere talenti motivati, infatti, la prima cosa da fare è dare loro un lavoro ricco di senso, con una concreta possibilità di crescita. Le ferie illimitate e altri benefit verranno solo dopo e saranno qualcosa di accessorio. Solo così, se avremo seminato bene, i talenti non solo arriveranno ma saranno anche destinati a restare.
Foto di copertina Guzmán Barquín