Il supercomputer Leonardo attrarrà a Bologna 1.500 ricercatori
Entrerà in funzione a gennaio Leonardo, il supercomputer europeo installato al Tecnopolo di Bologna. Con una capacità di calcolo di 174 miliardi di miliardi di istruzioni al secondo – 174 petaflop che arriveranno a 240 nei prossimi anni – Leonardo è il quarto computer più potente al mondo e attrarrà a Bologna 1.500 ricercatori da tutto il mondo.
Al servizio di università e imprese
Il 50 per cento della potenza di calcolo generata da Leonardo sarà a disposizione di università ed enti di ricerca italiani, il resto per i ricercatori europei. Ma potrà essere utilizzato anche dalle imprese. Ai primi di dicembre è stato siglato un accordo con la Dompè farmaceutici che prevede un milione di ore di calcolo destinate alla ricerca contro le pandemie e per lo sviluppo di nuovi farmaci. L’investimento complessivo è stato di 240 milioni di euro – metà dell’Italia e metà dell’Unione europea – e rappresenta l’investimento più rilevante della Commissione Europea in questo campo in Italia. Il tecnopolo di Bologna è uno dei sette nodi che la Ue sta realizzando per formare la più grande rete di calcolo al mondo. L’Europa tra l’altro ha già previsto nuovi stanziamenti per ampliare Leonardo e portarlo verso il calcolo quantistico, l’ultima frontiera dello sviluppo tecnologico in questo campo.
Nel 2026 a Bologna il primo computer post-exascale
Il supercomputer Leonardo è solo il primo passo. Il Tecnopolo di Bologna si prepara già ad ospitare nel 2024 il primo computer quantistico e, nel 2026, il supercomputer di categoria post-exascale, che succederà allo stesso Leonardo. Leonardo “è il centro di un ecosistema che moltiplica le opportunità”, afferma il presidente del Cineca, Francesco Ubertini. “Non è un fine, ma un mezzo a disposizione di tutti e ha valore per quello che permetterà di fare. Non è un traguardo, ma l’innesco di tante nuove possibili storie. Sta a noi impegnarci perché sviluppi tutto il suo potenziale e spinga sempre più avanti la nostra conoscenza”.