Il volto umano dell’innovazione: Paolo Denti racconta RoBee, il robot umanoide per l'industria

DigiLogos ha il piacere di ospitare Paolo Denti, co-fondatore, insieme all’imprenditore Fabio Puglia, di Oversonic Robotics, azienda italiana specializzata nella progettazione e costruzione di robot umanoidi cognitivi. Originario di Venezia, Denti vanta un percorso accademico e professionale di respiro internazionale. Laureato in Statistica Economica a Padova, ha conseguito un Master in International Marketing and Sales in Scozia. La sua carriera lo ha portato a ricoprire ruoli di primo piano su scala globale, come Executive Vice President Sales & Marketing per Benetton Sportsystem in USA, Direttore Generale di Nordica, e membro del Cda del Gruppo Tecnica in Cina, Giappone e USA.

Dal 2008 al 2018, ha guidato Thun SpA in qualità di Amministratore Delegato, per poi intraprendere, nel 2019, nuove sfide imprenditoriali nel fintech, diventando Partner e Amministratore di Soul Value e di WUP3. Un percorso ricco e variegato, legato da un filo conduttore, come spiega Denti: «Cercare la connessione tra digitale e umano, unire la passione per l’intelligenza emotiva con quella artificiale». Questa visione oggi prende forma in Oversonic Robotics, dove innovazione tecnologica ed empatia si incontrano per plasmare il futuro. «Abbiamo unito competenze, tecnologie e risorse finanziarie attorno a un obiettivo preciso: creare una tecnologia a servizio del bene comune, che migliori la qualità della vita. Per dare concretezza a questo impegno, abbiamo scelto di diventare una Società Benefit» afferma Denti, ribadendo il commitment dell’azienda per un progresso etico e inclusivo.

RoBee, robot cognitivo a guida autonoma, è un’innovazione italiana che sta rivoluzionando il modo in cui pensiamo al lavoro umano e alla tecnologia. Come è nato questo progetto che unisce robotica umanoide e Intelligenza Artificiale (IA) e quali possibili applicazioni immaginate oltre all’ambito manifatturiero?

L’idea di RoBee nasce nel 2019 e si concretizza nel 2020, quando Fabio Puglia ed io abbiamo fondato Oversonic Robotics durante la pandemia di Covid-19. L’incontro è avvenuto in un momento drammatico: la cronaca riportava quotidianamente i decessi di medici, infermieri e operatori sanitari a causa del contagio. Mi chiedevo come, con tutta la tecnologia disponibile, non si potesse ridurre il rischio per alcune categorie di lavoratori. Quando vidi il prototipo del robot su cui Puglia e il suo team stavano lavorando, ne intuii immediatamente le potenzialità.
Due anni dopo, quel prototipo è diventato RoBee, un robot umanoide cognitivo progettato per operare in smart factory, svolgendo lavori usuranti e pericolosi “che le persone non meritano di fare”. Il periodo pandemico ci ha portato a riflettere sull’importanza di sviluppare tecnologie con una funzione sociale concreta, capaci di migliorare la vita delle persone. Dai primi prototipi ci siamo resi conto che gli umanoidi potevano superare il concetto di innovazione fine a se stessa e diventare strumenti realmente utili.
RoBee è stato pensato con tre obiettivi principali: utilità pratica, centralità dell’uomo nel rapporto con la macchina, e accessibilità, per garantire un utilizzo semplice anche senza competenze tecniche avanzate. La tecnologia è stata progettata per adattarsi alle esigenze umane, non il contrario.
Oggi RoBee è certificato e operativo in ambito industriale, nei settori manifatturiero, meccanico, plastico e chimico. Affronta compiti usuranti o alienanti, spesso svolti in condizioni che richiedono un uso intensivo di dispositivi di protezione, restituendo dignità alle persone e riducendo i rischi per la salute e la vita.
Oltre all’industria, stiamo esplorando applicazioni innovative in campo medico. Collaboriamo con la Fondazione Santa Lucia di Roma, eccellenza nella ricerca neuroscientifica, per utilizzare RoBee nella neuroriabilitazione di pazienti colpiti da ictus. Questa sperimentazione potrebbe rivoluzionare l’assistenza sanitaria, migliorando il percorso di recupero grazie a tecnologie avanzate come RoBee.

In un momento storico in cui l’IA genera entusiasmo e preoccupazione e si discute molto dell’impatto dell’automazione sui posti di lavoro, RoBee è stato concepito per svolgere attività faticose, ripetitive e pericolose. Come immagina evolverà il ruolo dei lavoratori che verranno ‘liberati’ da queste mansioni e quali nuove competenze dovranno sviluppare?

L’introduzione di tecnologie come RoBee mira a liberare le persone da compiti dannosi, stressanti o monotoni, permettendo loro di dedicarsi ad attività a maggiore valore aggiunto. Tuttavia, questo cambiamento necessita di un’efficace comunicazione aziendale e del coinvolgimento attivo delle risorse nei processi.
L’utilizzo di queste macchine non richiede il possesso di competenze tecniche avanzate: non serve essere scienziati o ingegneri. Tuttavia, ci aspettiamo che i lavoratori del futuro avranno già acquisito una maggiore familiarità con la tecnologia, imparando a collaborare con i robot e a supervisionarne l’operato. Lo riscontriamo ogni giorno con i lavoratori delle aziende clienti: inizialmente prevale la curiosità, seguita dalla collaborazione con la macchina e infine dalla percezione dei robot come parte integrante del team di lavoro. Ciò dimostra come l’interazione uomo-tecnologia possa evolvere in una sinergia naturale ed efficace.

La vostra azienda, Oversonic, sta contribuendo a plasmare il futuro dell’interazione uomo-macchina. Quali sono i principi etici che dovrebbero guidare lo sviluppo tecnologico di robot cognitivi come RoBee per bilanciare innovazione e centralità dell’uomo?

Una delle principali sfide nello sviluppo di robot cognitivi come RoBee è garantire che la tecnologia sia sempre al servizio dell’essere umano. Non si tratta solo di creare macchine intelligenti, ma di farlo rispettando l’ambiente in cui operano, le persone con cui interagiscono e i principi etici fondamentali.
Un aspetto cruciale è progettare robot come strumenti, non sostituti. RoBee è stato concepito per affiancare l’uomo, liberandolo da compiti faticosi o pericolosi, senza mai sottrarre all’essere umano il controllo o la centralità decisionale. Questo richiede un equilibrio delicato tra automazione avanzata e semplicità d’uso: la tecnologia deve essere accessibile, comprensibile e utilizzabile anche da chi non possiede competenze tecniche elevate.
Affrontiamo queste sfide con un approccio etico e pragmatico. Ogni innovazione deve rispondere a bisogni reali, migliorando la qualità della vita o del lavoro delle persone. Per esempio, RoBee è progettato per operare in sicurezza negli spazi condivisi ed essere conforme alle normative vigenti in ambito industriale e sanitario. Inoltre, crediamo che il progresso tecnologico debba andare di pari passo con la formazione: i lavoratori che collaborano con RoBee devono sentirsi valorizzati e supportati, non superati.
Infine, siamo convinti che l’innovazione debba essere un percorso inclusivo. Lavoriamo a stretto contatto con esperti e utenti finali per garantire che i nostri robot rispondano alle esigenze della società, rispettando valori fondamentali come dignità, sicurezza e sostenibilità. Il nostro obiettivo è costruire un futuro in cui uomo e macchina possano crescere insieme, in equilibrio e armonia.

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