La formazione multigenerazionale: una chiave per il futuro delle aziende italiane
Le aziende italiane si trovano di fronte a un’importante sfida: integrare al meglio le generazioni che compongono il loro capitale umano, trasformando le differenze in un’opportunità strategica. È quanto emerge dalla ricerca “La formazione nel mosaico generazionale”, presentata da Gility, learning technology company che sostiene le aziende nei percorsi di formazione.
Presentata al Forum Risorse Umane 2024, l’indagine ha analizzato il ruolo della formazione nel costruire ponti tra le generazioni, svelando criticità come la difficoltà dei senior a ricoprire ruoli di mentori e opportunità legate alla personalizzazione dei percorsi formativi. Condotta su un campione di 150 aziende, la ricerca ha coinvolto esperti HR e business leader per individuare soluzioni concrete a una questione cruciale per il successo futuro delle imprese.
Un gap generazionale nella mentorship
Se da un lato i giovani lavoratori mostrano entusiasmo per l’apprendimento dai colleghi senior (89,7%), dall’altro emerge una forte resistenza dei dipendenti più esperti a ricoprire ruoli di guida. Il 92,3% delle aziende intervistate riporta una scarsa apertura da parte dei senior nel condividere competenze ed esperienze, sottolineando la necessità di programmi che valorizzino il loro ruolo come custodi del know-how aziendale.
Le priorità delle nuove generazioni
La ricerca evidenzia che i giovani attribuiscono grande importanza al work-life balance (44,9%), seguito dalla crescita professionale (29,5%) e dai benefici economici (16,7%). Una cultura aziendale inclusiva, seppur meno centrale (9%), è vista come un ulteriore elemento attrattivo. Per attrarre e trattenere talenti, le aziende devono dunque adattare la propria offerta formativa e organizzativa a queste priorità.
Modalità e contenuti della formazione
Le nuove generazioni preferiscono modalità ibride di formazione, che combinano elementi in presenza e online (34,6%), seguite da percorsi e-learning asincroni (25,6%). In termini di contenuti, emerge una richiesta di maggiore interattività: il 56,4% dei giovani desidera approcci formativi coinvolgenti, capaci di stimolare il loro interesse e migliorare le competenze trasversali. Cresce anche l’interesse verso approcci di formazione maggiormente personalizzati, come programmi di coaching e mentoring, apprezzati dal 9% degli intervistati. Opzioni più innovative come realtà virtuale e metaverso restano ancora marginali, attirando solo l’1,3% dei rispondenti.
La ricerca conferma l’importanza della formazione per attrarre e fidelizzare i giovani talenti: il 92,3% dei rispondenti ritiene che investire in percorsi formativi ben strutturati sia cruciale per posizionarsi come datori di lavoro di riferimento. Le nuove generazioni cercano contesti che supportino la loro crescita professionale e personale, privilegiando ambienti capaci di offrire opportunità concrete per lo sviluppo delle competenze e per il raggiungimento delle proprie ambizioni.
Flavio Molinari, CSO e Co-Founder di Gility (nella foto), commenta i risultati sottolineando un cambio di paradigma nel rapporto tra giovani lavoratori e formazione: «Le nuove generazioni considerano i corsi di formazione non più come un semplice strumento per avanzare all’interno della stessa azienda, ma come un’opportunità fondamentale per sviluppare competenze trasversali che li rendano protagonisti del proprio percorso professionale». Prosegue Molinari: «Questa visione riflette un cambiamento significativo: i giovani cercano di costruire una carriera flessibile e dinamica, mettendo al centro la crescita personale e professionale. Per le imprese, questo significa ripensare le proprie offerte formative, puntando su programmi che valorizzano competenze trasferibili e una visione a lungo termine della professionalità».