La Tornanza, gli expat che "tornano a casa" e fanno crescere i territori. A Bari il primo Forum
Appuntamento il 27 febbraio, alla Fiera del Levante di Bari: in programma c’è Tornanza Forum, evento nazionale promosso dall’omonimo brand, progetto, movimento promosso da Flavio Albano e Antonio Prota a partire da un libro uscito nel maggio 2024, da cui è poi gemmato un video podcast che racconta storie di “tornanti”, cioè persone che scelgono di ristabilirsi nel proprio luogo di origine portando con sé un bagaglio di esperienze, saperi e progetti da farvi fiorire, contribuendo così allo sviluppo dei territori e alla creazione di opportunità di lavoro. A partire dal Mezzogiorno italiano, ma non solo: tra i luoghi di ritorno degli intervistati ci sono anche Lazio, Piemonte e Lombardia. Nel frattempo hanno anche dato vita a due edizioni di un festival, alla Certosa di Padula, nel Cilento, e a Matera.
Durante il Forum barese, che si terrà nell’ambito del salone del turismo BTM Italia, sarà presentato un Manifesto del progetto, e è attesa la partecipazione di tre parlamentari, anticipa Antonio Prota, «con cui stiamo lavorando per avviare un percorso legislativo per favorire l’integrazione di chi ritorna, con la creazione di filiere ed ecosistemi e la promozione di hub, i luoghi dove possano accadere questi scambi di conoscenza».
I due vengono da background diversi che si sono rivelati complementari. Entrambi pugliesi, Prota è un professionista del settore turistico, con progetti avviati in Africa, America Centrale, Stati Uniti, mentre Albano viene dal mondo accademico, con una specializzazione nel marketing territoriale. Nell’avviare il progetto “La Tornanza” non hanno nascosto un omaggio verso il concetto di “restanza” coniato da Vito Teti, antropologo calabrese che da anni indaga i legami tra luoghi e biografie delle persone, tra migrazioni e ritorni a casa.
Le due figure secondo Albano e Prota non vanno lette come contrapposte ma complementari. «Il “tornante” spesso è colui che fa scattare la scintilla, è in grado di valorizzare l’immateriale, ciò che gli altri non vedono – spiega Antonio Prota –. Ma il tornante ha bisogno del restante, chi è rimasto in quel luogo, e lo può aiutare nella costruzione di una rete sociale fondamentale per costruzione di sviluppo territorio».
«I temi centrali del libro sono il viaggio e l’innovazione – prosegue Flavio Albano – e analizziamo diverse storie di grandi aziende alla cui origine c’è, in qualche modo, un viaggio, da Netflix a Olivetti. Chi rientra lo fa, nei casi che raccontiamo, perché lo ha sognato e voluto, e non lo fa per restare fermo nel luogo d’origine, ma perché in quel luogo ha visto opportunità che prima non notava».
Oltre al lavoro di comunicazione, marketing e tessitura di una rete di soggetti ed esperienze, La Tornanza sta promuovendo anche la nascita di spazi fisici in cui la contaminazione tra chi torna e chi è rimasto possa effettivamente avere luogo. Sono gli hub, «luoghi attrezzati per permettere il lavoro degli smart worker operanti in diverse filiere – spiega Albano – e che mettono in rete realtà a volte già attive». Ad esempio il primo hub nasce alla già citata Certosa di Padula, in collaborazione con il preesistente progetto Monaci Digitali, mentre il secondo aprirà a Ferrandina, vicino a Matera. In cantiere c’è anche un’academy che mira, come spiegano i due fondatori, a «costruire un percorso formativo di autoimprenditorialità per favorire nuovi innesti nelle comunità operose di ogni sud del mondo».
Le storie dei “tornanti” raccontanti sul sito del progetto vanno ben oltre il mero turismo: si toccano informatica, beni culturali, agrifood, marketing digitale, ricerca. «Del turismo ci interessa la questione della mobilità – spiega Prota –: facendo muovere le persone, le cose e le idee, è in grado di sviluppare altre filiere, a partire dall’enogastronomia e dall’agroindustria, mantenendo un buon livello di qualità».
Chi ritorna, ma anche chi sceglie un luogo per la qualità della vita, magari lasciando una metropoli per un borgo, è portatore di competenze che possono contribuire a far crescere il nuovo territorio di residenza. «Per esempio Puglia International – racconta Albano – raccoglie 200 membri, persone che hanno scelto di vivere nel tacco d’Italia, e nasce per integrare le loro professionalità mettendole a sistema. Ne sta nascendo un bel movimento».
In copertina, da sinistra, Flavio Albano e Antonio Prota