Lamborghini: il contratto integrativo riduce le giornate di lavoro (ma non chiamatela settimana corta)
All’inizio di dicembre rappresentanze sindacali e proprietà hanno firmato il nuovo contratto integrativo per i dipendenti di Lamborghini. L’accordo è stato immediatamente definito storico da Fiom-Cgil e Fim-Cisl poiché, sostengono i sindacati, prevede l’introduzione della settimana corta a fronte di un aumento di stipendio e con il premio di produzione che arriva fino a 4.000 euro l’anno.
Intesa storica o necessità di farne un simbolo?
«L’intesa è storica perché vede per la prima volta un’industria dell’automotive in Europa raggiungere una consistente riduzione dell’orario di lavoro, non con una diminuzione del salario ma con una sua maggiorazione. Lavorare meno e lavorare meglio, questo è il principio che ha guidato questa trattativa, e che si pone all’interno di un ragionamento più complessivo», spiegano Fiom-Cgil e Fim-Cisl assieme alle rsu aziendali che hanno firmato l’intesa con la casa automobilistica.
Dichiarazioni forse precipitose che hanno costretto il presidente e amministratore delegato di Automobili Lamborghini, Stephan Winkelmann, a correggere rapidamente il tiro. «È doveroso precisare ed approfondire il concetto emerso, in modo non corretto, della settimana corta», ha sottolineato l’amministratore delegato. «L’espressione è fuorviante ed impropriamente utilizzata perché non si tratta, formalmente, di una settimana corta, ma l’accordo va molto più in profondità e si inserisce in una ricerca di flessibilità che aumenti il benessere e la soddisfazione dei nostri dipendenti, migliorando l’efficienza».
La rimodulazione dell’orario
In effetti l’accordo tra le parti è molto più complesso, non a caso ci è voluto un anno di lavori per raggiungerlo. C’è una rimodulazione dell’orario di lavoro che punta a gestire in modo differenziato e flessibile la presenza dei dipendenti in azienda, tuttavia produttività e competitività resteranno almeno allo stesso livello.
L’accordo prevede l’alternarsi di una settimana da cinque giorni e una da quattro per il personale di produzione o collegato alla produzione che lavora su due turni (mattina e pomeriggio) e turno centrale. I lavoratori, dunque, faranno 22 giorni in meno all’anno.
I dipendenti che lavorano su tre turni (mattina, pomeriggio e notte) avranno una settimana da cinque giorni e due da quattro per una riduzione complessiva di 31 giornate di lavoro all’anno.
Sedici giorni in meno all’anno per il personale operaio non collegato alla produzione, mentre saranno 12 giornate in meno per il personale impiegatizio che potrà, però, usufruire fino a 12 giorni al mese di smart-working.
Aumenta il premio di risultato
Tutto questo a fronte di un aumento sostanziale del premio di continuità di risultato annuale, che passerà dai 332 euro del 2022 a 2.200 euro nel 2026 (con un aumento a 1.000 euro nel 2023, 1.400 nel 2024 e 1.800 nel 2025). Il nuovo premio di risultato sarà di 4.000 euro. In aggiunta è previsto un aumento di varie indennità legate alla produzione e per la valorizzazione delle competenze dei dipendenti.
La quota totale che verrà erogata annualmente ai dipendenti Lamborghini, in aggiunta al salario previsto dal contratto nazionale, salirà così da 13.500 euro a circa 16.000 euro (di cui 4.000 variabili e 12.000 certi). Con la busta paga di novembre 2023 (pagata l’11 dicembre) verrà erogato inoltre un premio straordinario, legato al sessantesimo anniversario dell’azienda di 1.063 euro.
Turni più lunghi e permessi
La gestione degli orari sarà rivista utilizzando turni più lunghi o rimodulando i permessi individuali. In sostanza, l’intento è di mantenere lo stesso numero di ore lavorate spendendo meno tempo all’interno dell’azienda. «Proprio per questo», conclude Winkelmann, «sintetizzare il tutto con l’espressione ‘settimana corta’ è sbagliato».
Anche perché il nuovo contratto integrativo non affronta solo le questioni economiche, ma si estende alle condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto con un impegno diretto dell’azienda a contrastare i contratti pirata e incentivando accordi integrativi di secondo livello.
La trattativa ha portato inoltre all’introduzione di vari strumenti per il sostegno alla genitorialità e per il contrasto alla violenza di genere. Per quanto riguarda il primo, verranno creati dei permessi retribuiti in caso di adozione e affido di un bambino e per l’inserimento dei figli al nido o alla scuola materna, oltre che un aumento del 10% del contributo aziendale per il congedo parentale, che arriva così all’80% della retribuzione. Per quanto riguarda il contrasto alla violenza di genere, viene resa obbligatoria la formazione, in collaborazione con le associazioni che operano nel territorio sul tema e viene costituito un gruppo di lavoro sull’innovazione sociale con l’obiettivo di conquistare nuovi diritti civici.
Reazioni contrastanti
Le uscite dei sindacati, probabilmente determinate dalla necessità di fare dell’accordo un simbolo e un esempio in vista di future altre contrattazioni, hanno però suscitato reazioni contrastanti. Tra tutte ha fatto rumore quella di Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati, azienda non solo dello stesso gruppo Volkswagen, ma direttamente controllata da Lamborghini: «Non credo che andremo assolutamente nella stessa direzione», ha affermato Domenicali. «Ritengo, anzi, che sia un percorso sbagliato che genera una riduzione di competitività».
«Quando i marchi sono boutique che fanno oggetti di straordinario lusso come Lamborghini, forse se lo possono permettere», ha aggiunto Domenicali, «ma credo che se tutto il territorio produttivo andasse in quella direzione sarebbe un problema per i lavoratori, creando una perdita di competitività e una riduzione dei posti di lavoro». Secondo le stime di Domenicali, operazioni come quella messa a punto da Lamborghini rischiano di far lievitare il costo del lavoro «anche del 20%» e potrebbero accentuare la desertificazione del sistema produttivo, in particolare nel settore dell’automotive.
La settimana corta introdotta da EssilorLuxottica
L’integrativo in Lamborghini sarà sottoposto a referendum confermativo tra i lavoratori nei prossimi giorni. Fa seguito all’accordo integrativo varato da EssilorLuxottica a fine novembre dove, qui sì, si parla esplicitamente di settimana corta. «L’integrativo aziendale introduce per la prima volta negli stabilimenti italiani del Gruppo un modello di organizzazione fortemente innovativo dei tempi di lavoro e gestione della flessibilità produttiva», si legge nella nota stampa di EssilorLuxottica.
«I lavoratori che dal prossimo anno sceglieranno di aderire al nuovo modello orario con ‘settimane corte’ potranno ritagliare per sé e per le proprie esigenze personali venti giornate l’anno, per lo più il venerdì, coperte in larga parte dall’azienda e in via residuale da istituti individuali, senza impatti sulla retribuzione. La novità, che sarà inizialmente introdotta in via sperimentale in alcuni reparti e aree produttive, si inserisce in un contesto aziendale dinamico e offre un’ulteriore soluzione per disegnare i contorni del proprio orario di lavoro in funzione delle esigenze personali».