Carenza di professionisti ICT: ogni 5 annunci di lavoro solo uno risponde
I professionisti ICT sono sempre più richiesti in Italia, e l’offerta di lavoro non riesce a soddisfare la domanda: ogni cinque annunci di lavoro, solo un professionista è pronto a rispondere. Il tema del talent shortege informatico è al centro dell’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2023, realizzato dalle maggiori associazioni del settore – AICA, Anitec-Assinform e Assintel – in collaborazione con Talents Venture. Secondo la ricerca presentata nei giorni scorsi gli annunci di lavoro pubblicati sul web per reclutare informatici sono aumentati dalle 25mila unità di inizio 2019 alle 54mila di febbraio 2023 (+116%).
Al centro delle richieste delle imprese sviluppatori software ed esperti dell’ingegneria delle reti e dei sistemi. Ma università, ITS Academy e scuole superiori non riescono a rispondere tempestivamente: nel 2022, per circa 219.000 annunci pubblicati online, solo 44.000 neolaureati o diplomati ICT erano entrati nel mercato del lavoro.
Le strozzature del sistema formativo
Secondo il report, nelle università si assiste a una crescita dei corsi ICT ancora contenuta: questi corsi rappresentano il 7% dell’offerta formativa. Inoltre permangono forti squilibri di genere: ad oggi, su 100 laureati in sicurezza informatica, solo 6 sono donne.
Nelle ITS Academy è in atto uno sforzo per aumentare l’offerta formativa in ambito ICT, ma ad oggi gli ITS attivi su questa materia sono ancora solo 19 in tutta Italia, e il numero di diplomati di conseguenza è molto contenuto. Nelle scuole superiori aumenta la quota di indirizzi informatici, ma il numero di diplomandi pronti a entrare nel mercato del lavoro è sostanzialmente invariato rispetto a 8 anni fa.
Le soluzioni
Secondo le associazioni occorre agire su tre fronti: il primo è riformare il sistema universitario e scolastico, garantendo una formazione ICT accessibile e inclusiva; il secondo è “digitalizzare” il mercato del lavoro, sia attraverso il rinnovamento degli schemi di apprendistato e dei dottorati industriali, sia promuovendo l’up-skilling e il re-skilling della forza lavoro attuale; il terzo fronte è sviluppare un “ecosistema digitale”, promuovendo l’imprenditorialità ICT e la creazione di network collaborativi di filiera.
“L’Italia – dichiara Paola Generali, presidente di Assintel – continua ad avere una posizione svantaggiata sulle competenze digitali, ed è un gap che si riflette nel mondo delle imprese. Serve un deciso intervento delle Istituzioni su tre fronti: la sensibilizzazione culturale alle discipline Stem – che passa anche per la modifica delle modalità di orientamento scolastico – il potenziamento degli Its e una stretta partnership di indirizzo e di docenza fra le Università e le aziende del Made in Italy digitale presenti sul territorio”.