Rapporto Cnel: meno disoccupati ma più mismatch. Dal Pnrr 4,5 mln di posti di lavoro
Cala la disoccupazione aumentano le vacancies, cioè i lavoratori che le aziende cercano ma che non riescono a trovare. È il paradosso rilevato dal Rapporto 2022 “Mercato del lavoro e contrattazione” del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, presentato il 14 dicembre a Roma.
«Nell’ultimo anno abbiamo assistito a un vero e proprio paradosso – ha commentato il presidente dell’ente, Tiziano Treu –: cala la disoccupazione ma aumenta il mismatch, cioè lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro. La buona notizia viene dalle prospettive occupazionali del Pnrr che produrrà circa 4,5 milioni di posti di lavoro. Bisogna con urgenza intervenire sulla formazione delle competenze degli adulti che già lavorano e soprattutto dei giovani».
L’impatto del calo demografico
Da ormai quasi un decennio la popolazione italiana sta diminuendo e ciò vale anche per il segmento specifico della popolazione in età lavorativa (15-64 anni), sceso attualmente sotto i 37.5 milioni di residenti (all’inizio dello scorso decennio superava i 39 milioni). Di conseguenza il miglioramento degli indicatori è esito non solo della crescita al numeratore degli attivi o degli occupati ma anche del calo del denominatore.
Il crollo della popolazione in età lavorativa è dovuto principalmente al saldo negativo tra le persone che compiono 15 anni e quelle che ne compiono 65, causato dal calo delle nascite registrato nell’ultimo mezzo secolo e dal contemporaneo invecchiamento dei baby-boomers, che stanno raggiungendo l‘età per andare in pensione. Negli ultimi vent’anni l’impatto del calo demografico sull’offerta di lavoro era stato in parte compensato dall’aumento della partecipazione al mercato del lavoro, in particolare delle donne.
Dove non si trovano i lavoratori: digitale, sanità e sociale
Secondo il rapporto del Cnel, le più gravi criticità relative all’incontro fra domanda e offerta si manifesteranno per le professioni tecniche legate alla transizione digitale e per professioni di difficile reperimento nei settori della sanità e dei servizi sociali.
Si stima che tra il 2022 e il 2026 il mercato del lavoro italiano potrà avere bisogno di 4,1-4,6 milioni di occupati grazie dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Rispetto alle professionalità richieste dalle imprese e dalla PA, oltre il 60% del fabbisogno nel quinquennio riguarderà il possesso di competenze green con importanza almeno ‘intermedia’ (oltre 2,4 milioni di lavoratori) e con importanza ‘elevata’ circa il 37% del totale (poco meno di un milione e mezzo di unità).
La sanità territoriale ha fame di medici
Il mercato del lavoro sarà dunque investito da una profonda trasformazione in chiave di sostenibilità, coinvolgendo in maniera trasversale i settori e le professioni. In tale quadro, le maggiori criticità relative all’incontro tra domanda e offerta si manifesteranno in un ventaglio di professionalità caratterizzate da un elevato grado di difficoltà di reperimento: medici, infermieri, fisioterapisti, professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, che saranno essenziali per la riorganizzazione e implementazione della rete di assistenza sanitaria territoriale, tra gli obiettivi della missione Salute del Pnrr.
La penuria di informatici può rallentare il Pnrr
Analoga difficoltà si prevede anche per professioni cruciali per gli avanzamenti nei processi di innovazione tecnologica e transizione digitale, quali specialisti in scienze matematiche e informatiche, tecnici ICT, ingegneri e tecnici in campo ingegneristico. Per queste figure si può ipotizzare che – se non aumenterà l’offerta – cresceranno le criticità nel loro reperimento nel mercato del lavoro (critical mismatch), e si potranno verificare dei rallentamenti nell’implementazione delle missioni del Pnrr per la mancanza della forza lavoro.
Potenziare i centri per l’impiego e le competenze
Un fattore di contesto decisivo per la ripresa della crescita (potenziale) dell’economia e dell’occupazione è stato già nello scorso anno e potrà essere ancora di più nel prossimo futuro il Pnrr. La effettiva attuazione di gran parte delle attività programmate dal Pnrr sarà determinante anche per dare sostegno alle prospettive apertesi per la ripresa e per la occupazione.
Il successo della strategia delineata dal Pnrr dipende dall’attuazione, simultanea e sinergica, del Programma GOL, del Piano straordinario per il potenziamento dei Centri per l’impiego e del Piano Nuove Competenze. A questo proposito preoccupano, ad esempio, le difficoltà ed i ritardi che si riscontrano nell’attuazione del Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro. I settori in cui le donne sono meno presenti sono i settori in cui gli investimenti e il peso finanziario del Pnrr è più rilevante.
Foto: villa Lubin, sede del Cnel, fonte http://www.cnel.it