L'approccio di Begear per ridurre il talent shortage in Italia, tra IA e fattore umano

In Italia, il mismatch tra i professionisti richiesti dal mercato del lavoro e quelli disponibili è tra i più alti del mondo. Questa differenza, chiamata talent shortage, è stata registrata all’interno del report “Il Futuro delle Competenze in Italia” nel 2021 da parte di EY, che nella classifica globale vede l’Italia in terza posizione con una percentuale del 47%, dietro a Stati Uniti e Messico. Ma come si stanno attivando le aziende per contrastare questa difficoltà nel reperire le giuste competenze?

In accordo con i dati, l’80% dei manager nel nostro paese riconosce questa problematica, mentre il 46% sta valutando quali soluzioni applicare. Soltanto il 10% però si è attivato concretamente. Begear, società del mondo IT attiva in ambito consulenziale e specializzata nello sviluppo di soluzioni innovative in ambito HR, propone una soluzione innovativa: integrare la formazione adattiva, combinando l’intelligenza artificiale all’approccio umano.

Investire sull’IA e sulla formazione

Per affrontare l’evoluzione del mercato e ridurre la carenza di talenti, è essenziale rinnovare il settore delle risorse umane, integrando nuove tecnologie per migliorare i processi di upskilling e reskilling interni. L’intelligenza artificiale può essere utile nell’ottimizzazione della fase di recruitment, supportando i professionisti HR con strumenti in grado di condurre interviste conoscitive adottando standard metodologici specifici. In questo modo, sarà possibile analizzare nel dettaglio le competenze richieste per i ruoli ricercati, identificando il profilo del candidato ottimale. Questa modalità, integrando l’analisi delle soft skills da parte dei manager, permette una valutazione più precisa e completa delle risorse.

Inoltre, la personalizzazione dei percorsi di crescita dei dipendenti è fondamentale per allineare le competenze del personale agli obiettivi aziendali, rispondendo alle esigenze del business. Un costante aggiornamento in merito alle innovazioni tecnologiche è cruciale, richiedendo un investimento significativo nella formazione interna. La selezione di corsi avanzati, in particolare quelli incentrati su intelligenza artificiale e strumenti strategici di gestione, può fornire un valore aggiunto alle competenze esistenti, migliorando la capacità dell’organizzazione di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

Antonello Spinetti, CEO di Begear, commenta questo nuovo approccio: «2.160.000 secondi, 600 ore, 25 giorni, è questo il tempo medio che impiega un recruiter per trovare una risorsa adatta al ruolo. Al giorno d’oggi le aziende, complici l’irrefrenabile innovazione tecnologica e la perpetua nascita di nuovi business, si trovano a navigare in un sistema sempre più competitivo e diversificato, all’interno del quale anche le risorse stesse fanno fatica a emergere e a stare al passo con le nuove competenze. In particolare nel settore IT, la crescente digitalizzazione delle imprese ha aumentato la domanda di profili altamente specializzati, portando negli ultimi 10 anni a ingenti investimenti per la formazione. Tuttavia, l’offerta formativa si è spesso rilevata obsoleta e poco allineata alle esigenze del mercato. È quindi necessario migliorare il sistema di upskilling e reskilling, implementando una formazione adattiva, capace di rispondere ai trend di mercato».

«Proprio la mancanza di formazione risulta essere la terza motivazione per la quale circa il 28% dei talenti lascia l’azienda – conclude Alain Barbugian, Sales Director di Begear –. Mettere a punto delle soluzioni che garantiscano il continuous improvement è ormai imprescindibile ed è proprio su questo che, come Begear, ci stiamo concentrando negli ultimi anni. Stiamo mettendo a punto tool e strumenti che saranno presto in grado di garantire la possibilità a chi si rivolge a noi di fare un percorso di crescita delle competenze continuativo. Sfruttare le tecnologie e in particolare l’IA, in linea con l’azienda, facilita il percorso, ma allo stesso tempo l’approccio umano rimane fondamentale. È importante conoscere bene le proprie persone, sapere dove lavorare e mettere in atto azioni che riescano a colmare concretamente questo gap».

 

Nell’immagine in copertina Antonello Spinetti, CEO di Begear

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