Settimana corta: il venerdì alla Imap si chiude alle 13
Alla Imap il venerdì si stacca alle 13. L’azienda di Sedico, nel Bellunese, produce componenti plastiche per il settore della refrigerazione ed è una delle apripista in Italia nelle sperimentazioni della settimana corta, un tema al centro del dibattito sul lavoro in Europa e, da alcuni giorni, anche in Italia.
Risale al maggio del 2022 la nuova organizzazione del lavoro, sancita da un accordo tra azienda e sindacati, coinvolgendo i circa 120 dipendenti, come spiega Flavio Mares, amministratore delegato di Imap: «Su base volontaria, dal lunedì al giovedì si può scegliere di anticipare di un’ora l’ingresso in azienda la mattina, alle 7 invece che alle 8, e di mezz’ora l’uscita, alle 16.30. Così facendo si libera mezza giornata il venerdì, quando si entra alle 7 e si finisce il turno alle 13».
Il nuovo orario, ed è un dato interessante, riguarda alcuni reparti di produzione – taglio, confezionamento e preparazione – e non solo gli uffici. Fa eccezione il reparto dedicato all’estrusione delle materie plastiche, dove si lavora a ciclo continuo perché i costi e i tempi di avvio dei macchinari non renderebbero sostenibile il loro spegnimento notturno.
La sperimentazione con il Covid
Mares sottolinea come la Imap sia una realtà relativamente piccola, in cui «le esigenze dei collaboratori interni sono le stesse dei capireparto e del management», spiega. «È stato naturale a un certo punto, circa tre anni fa, andare incontro alle esigenze delle famiglie, e in particolare delle donne, modificando gli orari – continua –. Una grande spinta in questo senso è arrivata con il Covid. Per motivi sanitari abbiamo iniziato a differenziare gli orari di ingresso, le pause, oltre che i luoghi di ingresso dei dipendenti. È stata l’occasione per sperimentare modalità lavorative diverse dal passato».
Si istituisce l’ingresso anticipato di un’ora. «Le persone si sono rese conto che entrare alle 7 e finire alle 16 era meglio che entrare alle 8 e finire alle 17 – racconta l’ad –. Molti hanno chiesto di poter mantenere questo orario differenziato. Qualcuno, che aveva esigenze diverse, ha invece chiesto di mantenere l’ingresso alle 8. Abbiamo modulato l’organizzazione in base alle preferenze di ciascuno».
Allungare il fine settimana (ma non solo)
Nel 2022, un ulteriore passo avanti: «Abbiamo iniziato a ragionare su come rendere la settimana il più corta possibile, pur mantenendo il monte ore complessivo identico. Ridurre l’orario settimanale a 36 ore, infatti, in un’impresa come la nostra aumenterebbe l’incidenza dei costi della manodopera del 10%, rendendoci non più competitivi sul mercato».
Di qui quindi la proposta, a chi entrava alle 7, di uscire alle 16.30, anziché alle 16, redistribuendo così tra il lunedì e il giovedì la mezza giornata liberata il venerdì pomeriggio. «Non tutti erano convinti all’inizio – spiega Mares –, per questo abbiamo introdotto la novità come una sperimentazione di un mese, nel marzo del 2022».
Il risultato è stato apprezzato da quasi tutti, afferma Mares, ferma restando la possibilità, per chi lo desiderava, di mantenere la vecchia scansione oraria. «Non nascondo che qualcuno era titubante all’inizio – racconta l’ad di Imap –. Sembrava qualcosa di molto strano, qualcuno sospettava che l’azienda avesse dei secondi fini. Poi si sono resi conto che il vantaggio è notevole». E non solo perché il weekend dura mezza giornata in più.
Le incombenze quotidiane
«Questo orario non è utile solo per chi vuole andare in vacanza, ma migliora la qualità della vita in tanti piccoli aspetti – ragiona il manager –. Significa non dover prendere ferie o permessi per fissare una visita medica, o per avere il colloquio a scuola con gli insegnanti dei figli, o per altre incombenze che solitamente si fanno in normali orari di lavoro. Il venerdì pomeriggio – conclude – si possono concentrare delle attività, senza andare a intaccare il proprio volume di ferie e di permessi».