Ritorni e partenze: i talenti e il Nordest
L’analisi circostanziata della mobilità internazionale dei talenti da e per il Nordest rappresenta una chiave di lettura fondamentale di come si trasforma la geografia dello sviluppo economico e del mercato del lavoro. GoodJob! avvia un’attività di osservazione permanente sui complessi fenomeni che caratterizzano questa mobilità, irriducibile alla logora espressione della “fuga dei cervelli”. L’analisi si compone di diverse variabili: i processi di emigrazione intellettuale dalle regioni del Nordest verso l’estero, le destinazioni privilegiate di queste emigrazioni, le competenze fondamentali in cui si articolano con le Università di provenienza, i fenomeni di ritorno e, infine, i laureati stranieri negli otto Atenei delle regioni.
L’economia della conoscenza, incorporata nei processi di digitalizzazione e di fronte alle sfide della sostenibilità ambientale, ridisegna le relazioni sociali riconfigurando completamente il rapporto tra i flussi globali e i luoghi, le città e i territori. Una delle linee di frattura che si manifestano è proprio quella delle competenze digitali, che si vanno polarizzando a beneficio dei grandi player multinazionali, con relativa emigrazione di talenti, lasciando scoperti i fabbisogni delle piccole imprese e frenando la formazione degli ecosistemi locali dell’innovazione.
Ma non tutto è polarizzazione metropolitana, che manifesta criticità complesse come il balzo impressionante dei valori immobiliari rispetto al potere d’acquisto medio. Per il Nordest si sta verificando un radicale cambiamento di paradigma del lavoro rispetto alla situazione che ne ha originato il miracolo nel secolo scorso. Stiamo passando alla velocità della luce dall’abbondanza di offerta di lavoro caratterizzata da una matrice culturale di operosità collaborativa a un’abbondanza di domanda di competenze pregiate, con percorsi formativi importanti e una cultura giovanile altamente soggettivata. Un andamento della domanda e dell’offerta così dissociato non può che generare continue scosse telluriche e una trasformazione strutturale del rapporto scuola – Università – lavoro, dei processi di formazione continua, dei sistemi di orientamento e degli strumenti di attrattività per risorse umane rare.
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